L’arte del Balfolk: Storia e evoluzione di un movimento culturale

Apr 27, 2025Di Benedetta Bruzziches
Benedetta Bruzziches

Le Origini del Balfolk

C’è una melodia  che nasce dal respiro della terra. Una musica che non chiede di essere solo ascoltata, ma vissuta. È il Balfolk.

l termine Balfolk nasce in Francia negli anni ’70, durante il grande movimento di folk revival, per indicare eventi di danza popolare che si distinguevano dalle rappresentazioni folkloristiche tradizionali.

A differenza di queste ultime, spesso più formali e coreografate, il Balfolk promuove la partecipazione attiva di chiunque, senza bisogno di abiti tradizionali o conoscenze complesse. È una danza aperta, spontanea, pensata per essere vissuta. Le danze che compongono il repertorio Balfolk provengono da diverse tradizioni europee: la Francia, il Belgio, i Paesi Bassi, la Germania, l’Italia.

Tra i passi più diffusi troviamo la bourrée, la mazurka, la scottish, la polka, il valzer e le danze bretoni come l’andro e l’hanter dro.


L'Evoluzione del Balfolk

In Italia, il Balfolk ha trovato un terreno fertile per evolversi e radicarsi profondamente nel tessuto urbano e sociale. Una delle manifestazioni più emblematiche di questa diffusione è la Mazurka Klandestina, un movimento nato a Milano nel 2008. Ispirata dalle milonghe clandestine del tango, la Mazurka Klandestina organizza incontri spontanei di danza in spazi pubblici – piazze, cortili, portici – attraverso il passaparola e i social media.

Non autorizzati, liberi, accessibili a tutti: questi eventi hanno riportato la danza tradizionale nella vita quotidiana, fuori dai contesti istituzionali, trasformando i luoghi comuni in piste da ballo sotto le stelle. La Mazurka Klandestina ha così contribuito in modo decisivo a democratizzare il Balfolk in Italia, stimolando la nascita di nuove comunità urbane basate sull’incontro, sulla condivisione e sulla bellezza del gesto gratuito.

Gli Elementi del Balfolk

Il Balfolk è un intreccio vivo di musica, danza e relazione umana.

Alla sua base c’è un repertorio di danze popolari europee: passi semplici, immediati, accessibili a chiunque voglia lasciarsi trasportare.La musica dal vivo è il cuore pulsante del Balfolk: strumenti antichi come la ghironda, il violino, l’organetto diatonico e la cornamusa si fondono con sperimentazioni moderne, creando un’energia collettiva che avvolge e unisce.

Ma il Balfolk è molto più di passi e melodie: è comunità. In pista non esistono gerarchie: principianti ed esperti danzano insieme, in un fluire di sorrisi, abbracci, sguardi che diventano linguaggio. Qui, la tecnica si piega all’emozione, e ogni incontro è prima di tutto un incontro tra anime.

Il Ruolo Sociale del Balfolk

Fin dalle sue origini, il Balfolk è stato un atto di resistenza culturale: una risposta semplice e potente alla frammentazione delle comunità tradizionali. In un mondo dominato dall’individualismo e dalla velocità, il Balfolk riscopre il valore della connessione autentica.

Sulla pista da ballo non conta chi sei, da dove vieni o cosa fai: basta un passo condiviso, un ritmo seguito insieme, per abbattere ogni distanza. Il Balfolk democratizza l’incontro e restituisce agli spazi pubblici – piazze, cortili, strade – la loro funzione originaria di luoghi di incontro e di vita. È così che il Balfolk si fa azione sociale invisibile, capace di ricucire tessuti urbani sfilacciati, di animare periferie dimenticate, di riportare calore e umanità dove sembravano svaniti.

Il Balfolk non è un evento, non è una moda, non è nemmeno solo una tradizione. È una possibilità: quella di ritrovare, attraverso il corpo e la musica, un legame antico con gli altri e con sé stessi.

Ogni volta che un piede sfiora il suolo seguendo il ritmo, ogni volta che due sguardi si incontrano in una danza improvvisata, una piccola comunità nasce. Senza clamore, senza grandi palchi o riflettori, ma con la forza silenziosa delle cose autentiche.Il Balfolk ci insegna che ballare insieme è un atto rivoluzionario di fiducia, un gesto semplice che può riscrivere le mappe della distanza e dell’estraneità.

E in un mondo che ci vuole sempre più soli, scegliere di danzare diventa un modo per ricordare che siamo fatti per intrecciarci, come le melodie antiche che ancora oggi risuonano sotto le stelle.